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Proposta

“La magia è credere in noi stessi. Se riusciamo a farlo, allora possiamo ottenere qualunque cosa.” J.W.Goethe

Il mondo è cambiato, la scuola no. Più passione. Più cultura. Più relazione.

Sempre più spesso le nuove generazioni perdono interesse per la scuola e ne traggono solo sofferenza e frustrazione.

Siamo sicuri che la sempre più frequente difficoltà ad apprendere con il metodo tradizionale non sia invece un’opportunità di svolta?

Sono sempre più frequenti gli studi in ambito scientifico che dimostrano l’efficacia di proposte educative che si scostano dal metodo tradizionale.

Artademia propone un metodo che poggia sulla relazione autentica, sull’educazione emotiva e relazionale, sulla stimolazione delle intelligenze multiple, sull’apprendimento esperienziale, legato ai sensi e al movimento.

Artademia è una scuola di passione, dove imparare è la normale conseguenza dell’attività svolta con piacere, un modo per imparare a gestire al meglio la realtà.

“Dimmi ed io dimentico. Mostrami ed io ricordo. Coinvolgimi ed io imparo” Benjamin Franklin

Niente aule…ma attività in movimento e all’aria aperta

Niente voti…la critica aiuta a crescere e migliorare, ma non deve rispondere ad una media matematica.

Niente lezioni prevalentemente frontali…le cose si imparano vivendole

Niente materie, ma argomenti…la vita è fatta di ben più materie di quelle scolastiche

Artademia ha due sedi a Milano:  una ‘casa’ in via Binda 7  ed una cascina nella campagna di Zibido San Giacomo , città metropolitana milanese, dove si trovano anche le aule a cielo aperto.

Artademia parte dall’esperienza. La teoria da noi viene dopo. Dopo che ognuno ha scoperto le sue doti, dopo che si è risvegliata la passione, dopo che con il corpo e con il cuore hanno vissuto quello che poi può essere ritrovato in un libro…proprio come facevano gli studenti di un tempo, che trovavano sui libri le risposte alle mille domande che incontravano nella vita di tutti i giorni.

Imparare è figlia della domande, non delle risposte. Artademia, attraverso le esperienze, accompagna i ragazzi a farsi le domande.

Ed ecco che allora le lingue straniere si imparano parlando ed ascoltando, come fanno i bambini quando imparano la loro lingua madre, o come facciamo quando ci troviamo a vivere in un paese straniero. La grammatica viene dopo, quando lo studente, che ormai sa comunicare, si chiede le differenze tra una forma verbale ed un’altra, tra un aggettivo ed un sostantivo. Così funziona per tutti gli argomenti trattati. Biologia sul campo, storiografia a tavola assaggiando quello che Napoleone mangìò sul campo di battaglia, italiano al mercato ad ascoltare i dialetti, fisica sdraiati sul pavimento a sperimentare la fluidodinamica.

Solo se otterremo studenti felici di vivere la loro vita, allora potremo dire di aver raggiunto l’obiettivo. La cultura ne è la naturale conseguenza.