
Giovedì 9 novembre 1989, esattamente 28 anni fa, cadeva il muro di Berlino.
Costruito a partire dal 13 agosto 1961, ha diviso in due la città di Berlino per 28 anni fino a quando, la sera del 9 novembre, un portavoce del governo della DDR (ex Germania dell’Est), durante una conferenza stampa annunciò una riforma piuttosto ampia della legge sui viaggi all’estero.
Da quel momento decine di migliaia di berlinesi dell’Est, avendo visto l’annuncio in diretta alla televisione, si precipitarono davanti al muro chiedendo di entrare in Berlino Ovest.
Le guardie di confine, sorprese e senza ordini precisi, iniziarono a tempestare di telefonate i loro superiori fino a quando qualcuno, e ancora oggi non si sa esattamente chi sia stato, dette l’ordine ai soldati dei posti di blocco di ritirarsi.
Il 9 novembre è quindi considerata la data della caduta del Muro anche se le operazioni di smantellamento iniziarono ufficialmente il 13 giugno 1990.
Tra il 9 novembre e il 13 giugno, i check point continuarono a esistere anche se i controlli furono meno severi.
Tutti i controlli terminarono il 1 luglio, e il 3 ottobre 1990, le due Germanie vennero definitivamente unite.
Durante il periodo di esistenza del muro vi furono circa 5000 tentativi di fuga coronati da successo verso Berlino Ovest.
Finché il muro non fu completamente edificato e fortificato, i tentativi di fuga furono messi in atto da principio con tecniche casalinghe, come passare con una macchina sportiva molto bassa sotto le barricate o gettandosi dalla finestra di un appartamento prospiciente il confine sperando di “atterrare” dalla parte giusta. Con il tempo le tecniche di fuga si evolsero fino a costruire lunghe gallerie, scivolare lungo i cavi elettrici tra pilone e pilone o utilizzando aerei ultraleggeri.
Ma si verificarono anche “violazioni di frontiera” al contrario, da Ovest verso Est.
Negli anni settanta un berlinese dell’Ovest scavalcò cinque volte il Muro in direzione Est, e fu conseguentemente arrestato in ogni occasione. Durante l’interrogatorio, alla consueta domanda sul perché non usufruisse dei passaggi di frontiera, lui rispondeva regolarmente che abitando lui a Kreuzberg e i suoi conoscenti proprio di fronte, la via più breve era semplicemente quella più diretta.
A questa logica le guardie di frontiera non trovavano nulla da ridire e il “violatore” della frontiera veniva rimandato a Ovest.
Per alcuni di questi “scavalcatori” il Muro era un oltraggio personale o una sfida sportiva.
Nell’estate del 1986 John Runnings arrivò a Berlino e scavalcò il muro con una scala. Né i poliziotti di frontiera dell’Ovest né le guardie dell’Est riuscirono a convincerlo ad abbandonare l’impresa di camminare in equilibrio sul muro per circa 500 metri.
Una curiosità storica che non tutti sanno: i cittadini della Germania dell’ovest spesso usavano il muro come una discarica, semplicemente gettando aldilà della barriera tutti gli oggetti che non erano più utili.
Dall’altra parte, invece, venivano riutilizzati e riciclati, sottolineando le diverse condizioni in cui viveva il popolo berlinese.
Il 9 novembre è stata dichiarata dal parlamento italiano come il “Giorno della Libertà”, a simboleggiare la liberazione dei popoli dall’oppressione dei totalitarismi.
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