
Solitamente pensiamo al fuso orario ogni volta che viaggiamo, ma non vi siete mai chiesti come si facesse prima della loro introduzione?
Il meridiano di Greenwich è la linea che passa per l’osservatorio di Greenwich, in Inghilterra. Per convenzione la sua longitudine è pari a zero e di conseguenza è il meridiano a partire dal quale si calcolano i fusi orari (GMT 0, dove GMT sta per Tempo Medio di Greenwich).
Fino al 1884 l tempo era misurato nelle diverse località secondo un’ora locale legata al mezzogiorno e, di conseguenza, alla diversa longitudine.
In considerazione della bassa velocità di spostamento e della durata dei viaggi, queste differenze di orario erano trascurate.
La crescente diffusione di telegrafi e treni rese però necessaria l’introduzione di un coordinamento delle diverse ore locali.
In Italia inizialmente venne introdotta un’ora ferroviaria per gli orari dei treni, cioè l’ora della città principale da cui si diramava la linea. Le prime ore ferroviarie furono quelle di Napoli (Napoli-Portici) e Milano (Milano-Monza), mentre nel 1866 ne esistevano sei, cioè Torino, Verona, Firenze, Roma, Napoli e Palermo.
All’interno dei singoli stati fu poi stabilito un “tempo medio” nazionale.
Nel Regno d’Italia dal 12 dicembre 1866 (inizio orario invernale) venne adottato il “tempo medio di Roma” per ferrovie, poste e telegrafi, con l’eccezione delle isole di Sicilia e di Sardegna per le quali fu stabilito rispettivamente il tempo medio di Palermo e il tempo medio di Cagliari.
L’esistenza di un tempo medio statale rese evidente la necessità di un ulteriore coordinamento tra gli stati stabilendo differenze di orario non in minuti, ma in ore intere.
Una prima descrizione dei fusi orari si deve a una pubblicazione in inglese di Quirico Filopanti nel 1858.
La loro introduzione è normalmente attribuita a Sandford Fleming, ingegnere capo delle ferrovie canadesi, che nel 1879 utilizzò tale sistema per rispondere alle necessità delle compagnie ferroviarie di avere un orario locale coerente tra le varie stazioni.
Il 18 novembre 1883 le ferrovie degli Stati Uniti e del Canada divennero le prime a istituire i fusi orari quando stabilirono quattro fusi orari continentali del Nord America.
Il sistema dei fusi orari fu discusso nel corso della Conferenza internazionale dei meridiani convocata a Washington nell’ottobre del 1884 a cui parteciparono 25 paesi tra i quali l’Italia.
La Conferenza stabilì le regole generali del sistema che fu ufficialmente assunto come standard internazionale a partire dal 1º novembre.
Poiché la Terra ruota di 15° di longitudine ogni ora, dovremmo avere 24 fusi orari, cioè 24 spicchi di 15° ciascuno (24 ore del giorno x 15° = i 360° della rotazione completa). Tuttavia alcuni Paesi si discostano dal Tempo coordinato universale di intervalli di 30 o 45 minuti, e non di un’ora intera.
Per questo i fusi orari terrestri sono attualmente 39.
La Russia, pur estendendosi su 11 fusi orari, ne rispetta solo 9. Dal 28 marzo 2010 alle 02:00, per semplificare i rapporti commerciali con Mosca e unirsi con il resto del paese, Putin ha rapidamente abolito i fusi orari di 4 regioni: Udmurtia e Samara Oblast, Kamchatka e Chukotka.
L’India e Cina insistono a mantenere un solo fuso orario nazionale, La Cina adottò un unico fuso orario dopo l’ascesa del Partito Comunista, nel 1949; l’India nel 1947, dopo la proclamazione dell’Indipendenza.
La Francia invece ne conta 12, vanno da GMT-10 della Polinesia francese a GMT+10 di Wallis e Futuna, passando per GMT +1 della Francia metropolitana.
Nella classifica dei paesi che hanno più fusi orari gli Stati Uniti vengono dopo la Francia, con 9 fusi orari, a cui ne andrebbero però aggiunti altri 2: quelli delle isole Howland e Baker, due minuscoli atolli disabitati nel Pacifico, e delle stazioni antartiche soggette alla giurisdizione statunitense.
Il fuso orario adottato in Spagna è tecnicamente sbagliato.
Il Paese si trova geograficamente sul meridiano di Greenwich, e fino al 1942 utilizzava la stessa ora della Gran Bretagna. Ma quell’anno, per volere del dittatore Francisco Franco, fu adottato il Central Europe Time (CET, lo stesso di Roma) come segno di solidarietà verso la Germania di Hitler, suo alleato. Alla fine della guerra, la Spagna non tornò all’orario precedente.
Questo fa sì che ci siano differenze molto forti nella percezione di uno stesso orario: in sostanza, l’ora solare è diversa.
In estate si arriva, nelle regioni occidentali spagnole confinanti con il Portogallo, ad avere luce a un passo dalla mezzanotte. Ed ovviamente le attività vengono regolate in base alla luce solare.
In Antartide non ci sono fusi orari ben definiti. Il continente non è inserito nella divisione convenzionale dei fusi orari. Per comodità nelle diverse stazioni di ricerca presenti si usa o l’ora della madrepatria o l’ora dei paesi più vicini (come ad esempio la Nuova Zelanda) oppure l’ora legale, cioè l’ora di Greenwich.
Come si può facilmente immaginare, il semplice passaggio tra due basi, relativamente vicine, si potrebbe dover spostare l’orologio anche di molte ore.
Buongiorno, ma con “ora legale, cioè l’ora di Greenwich” si intende quella che viene utilizzata anche in Italia da marzo a ottobre? In altri Paesi del mondo so sposta avanti e indietro di un’ora l’orario in primavera e autunno? Grazie!
Buongiorno Cristina, sì l’ora legale è quella che viene utilizzata da marzo a ottobre per sfruttare meglio l’irradiazione del sole durante il periodo estivo. Con il termine ora solare si riferisce all’orario statale usato durante il periodo invernale. In Antartide per comodità si usa o l’ora di Greenwich o l’ora della madrepatria delle varie stazioni di ricerca. L’ora legale viene usata anche in altre nazioni, nell’Unione Europea, per esempio, il cambio avviene simultaneamente in tutti i paesi membri. Svizzera e Norvegia seguono il medesimo calendario. In Russia invece vige l’ora solare per tutto l’anno. Nei paesi dell’emisfero australe, essendo le stagioni invertite, anche l’ora legale segue un calendario invertito e così via…