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Lavorare Meno per Lavorare Meglio!

Lo sapevate? Non stiamo parlando nè di un auspicio nè di un modo di dire. I dati dimostrano che le Nazioni che lavorano di più sono economicamente quelle più in difficoltá, Grecia in testa, con circa duemila ore all’anno in media, mentre in Germania si lavora mediamente 1.400 ore, ma la produttività è di circa il 70 per cento più elevata.

Secondo Oliver Burkeman, è una strategia per aumentare benessere, produttività e qualità del lavoro, perchè il lavoro invade spazi riservati all’intimità personale, tanto da divenire in alcuni casi una vera e propria ossessione, o psicopatologia.

Le Teorie di Russell e Keynes che auspicavano una diminuzione dell’orario lavorativo dalle tre alle quattro ore al giorno grazie allo sviluppo tecnologico e che avrebbero permesso di dedicarsi a benessere, cultura ed arti, non si sono avverate.

Non hanno considerato alcuni aspetti che potrebbero spiegare perchè il generale aumento del tempo che si dedica al lavoro sia aumentato: da una parte c’è chi sostiene che le persone adorino lavorare, come il docente della Columbia University Edward Phelps, secondo cui “la carriera fornisce la più larga porzione, se non l’unica, dell’autorealizzazione che è possibile ottenere nella società moderna”; secondo altri, a differenza del periodo in cui vivevano i due economisti, nell’economia moderna la ricchezza è detenuta sotto forma di capitale umano, che crea valore attraverso il lavoro. Ecco perché sarebbero proprio i più istruiti, oggi, a lavorare di più: perché detengono più capitale umano e, di conseguenza, per loro il costo-opportunità di un’ora passata ad  “oziare” è molto alto. 

Bisogna considerare anche il fatto che i benefici dell’innovazione tecnologica che prevedeva Keynes hanno negli ultimi anni permesso un aumento della produttività ma la stagnazione dei salari reali, come ha recentemente dichiarato l’Organizzazione internazionale del lavoro per i paesi dell’Area Ocse, portando di fatto più ore e meno benefici a livello pecuniario e di qualità della vita.

Ma non dimentichiamoci che al di là di questo, siamo noi tante volte che scegliamo quanto e come dedicare il nostro tempo al lavoro ed alla vita privata, troppo spesso più verso il lavoro. Non ci aiuta su questo la nostra esperienza scolastica: i nostri ragazzi dopo una lunga giornata a scuola hanno del tempo da dedicare anche ai compiti una volta tornati a casa. Già dai loro primi anni a scuola gli si insegna a delegare il loro impegno a studio e libri.. non ci stupiamo se questa routine imposta da sempre, rischi di portare a sviluppare nei ragazzi una dipendenza dal lavoro. C’è bisogno innanzitutto di un esame di coscienza per rendersi consapevoli dell’importanza del proprio tempo: ne beneficerebbe chi lavora, la famiglia ed i rapporti personali, la salute ed anche il proprio lavoro, perchè il benessere aumenta la capacità di poter lavorare meglio ed in maniera più produttiva.

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