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Basta al Bullismo!

MABASTA! E’ così che la 1°A dell’Istituto Galilei-Costa ha chiamato e promosso il movimento dal basso che denuncia, previene e combatte il bullismo, acronimo di “Movimento Anti Bullismo Animato da STudenti Adolescenti”. Quattordici ragazzi seguiti dal professor Daniele Manni, lavorando su un idea operativa che potesse diventare una vera e propria startup da avviare sin dalla scuola superiore, soffermandosi sulla notizia di una dodicenne di Pordenone che ha tentato il suicidio a causa del tormento dei suoi compagni, hanno pensato di avviare un’attività che trattasse proprio del fenomeno del bullismo.

“L’idea è quella di dimostrare al paese intero che sono molto più numerose le classi (e di conseguenza gli alunni) immuni al fenomeno che quelle invece in cui il bullismo vive e vegeta. In questo modo gli ideatori sperano di riuscire a far sentire in minoranza e additati i cosiddetti bulli.”
Per promuovere la campagna “Classe debullizzata” che ha lo scopo di scovare tutti i casi di bullismo in tutta italia e metterli all’angolo, i ragazzi hanno promosso l’iniziativa con una fan page su Facebook che sta riscuotendo un grande successo, a cui segue la realizzazione e gestione di un sito internet. La notizia ha già fatto il giro d’Italia catturando l’attenzione di media e testate giornalistiche, che hanno reso la proposta degli studenti leccesi ben visibile, e lieta di accettare i primi sostegni e adesioni da altre classi in tutta italia. «Chiediamo sostegno e la collaborazione di tutti i ragazzi, dalle elementari alle superiori: vogliamo diventare tantissimi. Non c’è bisogno di essere vittime per associarsi».

Effettivamente la questione che questi ragazzi hanno sollevato in modo intelligente e creativo, è un fenomeno in crescita: secondo i dati raccolti da Telefono Azzurro nel biennio 2013-2014, a fronte di un totale di 3.333 consulenze su problematiche inerenti la salute e la tutela di bambini e adolescenti, le situazioni di bullismo e cyberbullismo riferite sono state 485, il 14,6% del totale. Analizzando l’andamento annuale degli interventi dell’associazione che riguardano questi episodi, si osserva che si è passati dall’8,4% del 2012, al 13,1% del 2013, per arrivare al 16,5% del 2014. I bambini e gli adolescenti coinvolti sono principalmente di sesso femminile e di età compresa tra gli 11 e i 14 anni, anche se è presente un’alta percentuale di adolescenti. E’ un fenomeno serio e complesso che merita una riflessione serie e strumenti adeguati per gestiorlo, ma da oggi grazie a questi ragazzi, con una semplice adesione è possibile combatterlo!

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